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Saturday, March 8, 2008

A tutto Rosé

I have just the age to remember when, in the trattorias in the country-side or small towns and wher guidebooks did not exist, the question the first question the waiter asked was 'white or red'? One time, just to incite a reaction, I replyed 'rosato'. 'We do not have any, but we can make you some right away'. The only way this was possible was by mixing white wine with red. This happened in a country where wine was only a commodity -- vino della casa, or, house wine, quite some time before wine selections were carefully chosen based on the food featured in the restaurant. NOT any more!

Good pink wines offer wonderful possibilities in food combinations. And so drink Pink, think Pink is an invitation we extend to those who would like to follow our suggestions and move away from just two general offerings in wine. While I type this missive, I frequently stop to to sip Cantalupi Rosato IGT 2007 Conti Zecca, a wonderful rosé that is in the tradition of the Salentino area. The color is vivd, brilliant and rich in a bewitching violet. The flavor is fresh, full-bodied and a pleasantly fruity blend of 80% Negromaro and 20%Malvasia Nera di Lecce. We drink this wine young, within a year or two and cool (12°C). The bouquet is of ripe fruit and reveals to the palate a fresh flavor, harmonious body with notable hints of ripe plum. It is at its best with all sorts of seafood and white meats.

Cheers...!

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Ho l’età giusta per ricordarmi quando nelle trattorie delle gite fuori porta, ancora inesistente il mondo delle guide e dell’editoria specializzata, la prima domanda che rivolgeva il cameriere dall’improbabile competenza e dal tovagliolo di ordinanza in consueta postura ascellare, era “bianco o rosso ?”.

Ciò, beninteso, ancor prima di avere idea di come si andasse a comporre il pasto.

Orbene, una volta, proprio per valutarne reazione, risposi “rosato”.

“Non lo abbiamo, ma possiamo farlo al momento, miscelando il bianco con il rosso”.

Tutto ciò accadde e poteva accadere in un Paese la cui ristorazione ancora ignorava la carta dei vini ed ancora intendeva l’offering del vino come commodity: vino della casa, vuoi bianco, vuoi rosso.

Ah, quanta acqua è passata sotto i ponti e quanto vino è transitato dalle cantine alle tavole per poi essere giunti dove siamo: discreta e diffusa competenza sui vini, inclusi i deteriori fenomeni di saccenteria e supponenza, nella ristorazione calibrato offering mediante dignitose carte dei vini, sugli scaffali ben presenti vini anche ottimi.

Ed in tutto ciò ancora permane l’esistenza di “figli di un DIOniso minore”: i vini rosati.

Raramente essi appaiono nella carta dei vini, specialmente se essa è formulata per connotazione cromatica, laddove dal bianco si passa direttamente al rosso. Ma perché ?

I buoni vini rosati sono . . . . buoni, ed offrono ottime possibilità nell'abbinamento con il cibo. Svolgono questa funzione cerniera tra il bianco ed il rosso, deliziosamente occupando la linea di confine tra i due.

Quando un bianco sembrerebbe non reggere l’intiera successione di un articolato pasto e quando, analoga la situazione, un rosso sembrerebbe troppo prevaricante, la suadente armonica soluzione sta proprio nella scelta di un buon vino rosato. E poi, diciamolo, il rosato comincia a diffondere allegria già nel suo farsi visivamente percepire, con il suo bel colore rosa: il colore dell’ottimismo.

E allora, drink Pink, think Pink vuole essere il gioioso invito che rivolgiamo a quanti vorranno seguire le nostre indicazioni ed i nostri suggerimenti per sorseggiare ottimismo e sorseggiarlo nel migliore dei modi.

Non pontifichiamo di vini ma raccontiamo di vini, ed in particolare di vini rosati, perché non è giusto che rimangano ghettizzati tra i figli di un DIOniso minore e perché sono vini che, prima e più prontamente degli altri, irrorano ottimismo, ed è l’ottimismo che fa in modo che il nostro “buongiorno”, ogni nuovo giorno, voglia significare proprio buon giorno, ovvero “e che il giorno ti sia buono e che tu lo viva al meglio, visto che oggi, che cosa bella, è il primo giorno della rimanente parte della tua vita, e tu vuoi e meriti una vita meravigliosa”.

Mentre le dita scorrevano sulla tastiera e ne scaturiva quanto scrivo e quanto leggete, meditate pause sono state rese frequenti e gioiose da sorsi di ottimismo abilitati da Cantalupi Rosato IGT 2007 dei Conti Zecca, un grande rosato che si innesca nel solco dell’augusta tradizione dei rosati salentini: lo fanno a Salice Salentino.

E lo ottengono con quello che, a mio sommesso avviso, è il più aureo tra i blend (Pareto docet) 80 e 20. 80% è Negroamaro e 20% è Malvasia Nera di Lecce.
Lo si beve giovane entro l’anno, al massimo entro due anni, a temperatura di 12°.
Il colore è vivo, brillante e ricco il suo maliardo riflesso violaceo.
Il bouquet è di frutta matura ed al palato rivela un sapore fresco, armonico e sapido, con percettibili sentori di prugna matura.
Si accompagna bene quando si scrive, massimamente se si scrive di “think pink” ed inoltre, a mio sommesso avviso, si abbina ottimamente con le zuppe di pesce, con pesci cotti al forno ed anche con le carni bianche.
Prosit...!

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